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Il gruppo Sella in inverno (foto www.arabba.it)

Ciaspolare ad Arabba

Arabba è il "lato veneto" del SellaRonda, ben noto agli appassionati di bicicletta da corsa (come noon ricordare il percorso più breve della Maratona dles Dolomites o le giornate car-free di giugno e settembre, i SellaRonda Bike Days), di mountain bike ed a chi ama sciare.
Ma Arabba, centro più famoso del territorio comunale di Livinallongo del Col di Lana (Fodom in ladino), è anche il luogo ideale per chi sceglie di vivere l’esperienza sulla neve in modalità slow e godersi la montagna anche da altre prospettive.

E quest'anno c'è una novità!
"Ciaspolare ai Pescoi” è il nome del nuovo percorso, studiato per riscoprire con le racchette da neve la lentezza e la pace della montagna, immersi nel bianco del paesaggio invernale. Le guide hanno disegnato un facile tracciato proposto in tre varianti, con una durata massima di un'ora, che regala una vista unica sul Sella.
Volendo si può anche salire con la cabinovia Pescoi direttamente da Arabba.

Altra gita da non perdere è l’escursione al Castello di Andraz, il castello più alto d’Italia nonché il più antico delle Dolomiti (1027) e uno dei simboli di maggior interesse dell’arco alpino. Si trova sulla strada del passo Falzarego, nei pressi della frazione Ciastel (Castello, appunto). D’inverno la neve rende tutto più magico e il castello, imponente sul suo sperone roccioso, circondato dal bosco e dai ruscelli ghiacciati, sembra proprio essere uscito da una fiaba medievale. Per i più allenati e preparati, il castello non è un punto di arrivo ma un punto di partenza: obiettivo passo Sief, ai piedi del Setsass e nel cuore di un territorio segnata dalla Grande Guerra. In inverno non si vedono ma tutta la cresta è percorsa da trincee e camminamenti risalenti al '15-'18. Lodevole in tal senso l'impegno del sindaco di Livinallongo affinchè questa zona venga preservata da un'ulteriore espansione degli impianti.
Un curiosità, interessante soprattutto per chi ama la stagione bianca: al Castello di Andraz è nato il solstizio d'inverno. "Nicolò Cusano, cardinale tedesco del XV secolo, teologo, filosofo e abile matematico, nonché ospite illustre del castello, fu in ambito astronomico il primo pensatore del Rinascimento a proporre una concezione eliocentrica dell’Universo: in una parete della stanza che lo ospitò è presente un foro di probabile funzione astronomica progettato dal grande pensatore tedesco per correggere il calendario giuliano" (da www.castellodiandraz.it/it/castello-di-andraz/storia-del-castello-di-andraz).
 

QUALCHE NOTA IN PIU' SUL CASTELLO DI ANDRAZ
Aggrappato alla roccia, il castello di Andraz è una delle meraviglie segrete delle Dolomiti e il tesoro storico più importante del territorio. Posto lungo l'antica Strada della Vena, l'itinerario che congiungeva Livinallongo e le miniere del Fursil (Colle di Santa Lucia) ai rudimentali impianti siderurgici di Valparola e Piccolino, in Alta Badia, il castello ebbe un ruolo fondamentale nel presidio del lembo meridionale dei possedimenti del Principe Vescovo di Bressanone.
Incanta, oltre alla posizione a dominio della vallata che sale al passo Falzarego, l'incontro tra la roccia e l'opera dell'uomo: la costruzione sembra prendere vita dal terreno naturale.
"I primi cenni storici sono successivi al'anno Mille; nel 1221 si sa che appartenne alla famiglia Schoneck (Colbello) che lo ottenne in feudo dal Vescovo di Bressanone. Rimase sino al XV sec. proprietà di vassalli alle dipendenze dei “Vescovi-Conti”. Il Vescovado di Bressanone se ne impossessò completamente nel 1416. Da allora, sino alla secolarizzazione imposta dal trattato di Parigi del 1802, il castello rimase di proprietà del Vescovo che lo utilizzò come sede di piccole guarnigioni militari poste sotto il comando di un capitano. Come detto sopra, Nicolò Cusano fu senz’altro l’ospite più illustre di Andraz, in qualità di Vescovo di Bressanone scelse la rocca a garanzia della propria incolumità per lunghi periodi di soggiorno tra il 1457 e il 1460." (da www.castellodiandraz.it/it/castello-di-andraz/storia-del-castello-di-andraz)
"Dopo le guerre napoleoniche il castello non possedeva più alcuna rilevanza strategica in conseguenza, sia delle mutate condizioni politiche e militari, sia dell’esaurimento dell’attività estrattiva, conclusasi nel 1755. Il castello fu quindi venduto a privati che lo spogliarono del tetto, nonché degli arredi e delle suppellettili nel corso del 1851. Durante il conflitto del 1915-18 fu bombardato dalle postazioni austriache del soprastante Col di Lana quando la zona fu teatro di uno dei fronti di combattimento più cruenti di tutta la prima guerra mondiale."
Oggi il Castello ospita un museo (verificare le date di apertura) il cui scopo è  "promuovere la conoscenza del formidabile monumento e dell’ambito dolomitico circostante come espressione del locale patrimonio culturale legato all’area ladina dell’Alto Agordino, con riferimento alle attività inerenti l’estrazione del ferro, il trasporto, la fusione e le attività connesse controllate dal Principe Vescovo di Bressanone. In particolare il Museo illustra le vicende storiche di Andraz con richiamo alle trasformazioni subite dal castello e dal territorio circostante, determinate dagli interessi vescovili nell’area compresa tra le miniere del Fursil a Colle Santa Lucia in Val Fiorentina, sino a Valparola in Alta Val Badia, dove erano ubicati i forni fusori." Quello di Andraz, peraltro, è il castello più in quota delle Alpi.

  04/12/2023

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