c'è un rifugio, attorno a Cortina d'Ampezzo, che ha detto no alle motoslitte
In un mondo che cerca sempre più la comodità ed insegue un mal interpretato concetto di accessibilità (nel senso peggiore del termine, ribadiamo), la scelta dei gestori del rifugio Dibona, nel Valon de Tofana, a breve distanza da Cortina d'Ampezzo, fa notizia: qui - anche a cena - non si arriva in motoslitta ma solo a piedi, con i ramponcini, le ciaspole o, volendo, gli sci da alpinismo.
Come si arriva al rifugio Dibona?
In estate si accede in auto o in bicicletta (anche da corsa), con una strada tortuosa che si stacca dalla SR48 del passo Falzarego e conduce sino al parcheggio del rifugio, base di partenza - poi - per escursioni e camminate di vario impegno, tra cui quella che conduce al rifugio Giussani ed all'ex rifugio Cantore, proprio ai piedi della Tofana di Rozes, in un contesto permeato di tracce della Grande Guerra.
In inverno, si parte a piedi dalla Strada Regionale 48 delle Dolomiti, poco dopo la chiesetta degli Alpini a quota 1698 metri sul livello del mare (nove chilometri da Cortina d'Ampezzo).
Si individuano senza difficoltà le indicazioni per il rifugio Dibona.
Si cammina su neve battuta, in un bosco non troppo fitto costituito principalmente da abete rosso, larice e pino cembro. Non mancano alcune radure tra cui quella delle malghe Fedarola che, negli anni Settanta, fu scelta come location da Vittorio De Sica per alcune scene del film "Amanti".
Il panorama è molto aperto verso sud ed est: si ammirano la valle del Boite dominata dal Sorapiss e dall'Antelao. Si riconosce anche la sagoma del Pelmo. Sull’altro versante orografico, invece, si stagliano la Croda da Lago e le Cinque Torri.
L'escursione prosegue tagliando alcuni tratti della forestale grazie al più breve sentiero 403, anch'esso frequentato e quindi battuto. In tutto si colma un dislivello di poco inferiore ai quattrocento metri.
A chi ama ciaspolare, i gestori del rifugio suggeriscono di seguire i segnavia 412 e 442, un bell' anello da circa tre ore, poco battuto e quindi più avventuroso (si raccomanda di valutare le condizioni della neve e le proprie capacità).
In inverno, il rifugio è generalmente aperto dal weekend dell'Immacolata al Lunedì dell'Angelo (Pasquetta): non è possibile pernottare. A cena - solitamente - il rifugio è aperto il sabato mentre mercoledì è giorno di riposo (aggiornamento 2025).
Ma chi era Angelo Dibona? Niente meno che uno dei migliori arrampicatori del XX secolo.
Nato e morto a Cortina d'Ampezzo (1879 - 1956) fu anche guida alpina ed ebbe dapprima la cittadinanza austro-ungarica, poi - a seguito della Grande Guerra - diventò italiano.
Aveva l'arrampicata nel sangue perché suo nonno materno, Angelo Dimai, accompagnò Paul Grohmann in alcune ascensioni particolarmente impegnative, nel corso dell'Ottocento. Dopo aver fatto l'orefice ed il pastore, superò il corso di guida alpina (nel 1905) e - in epoca successiva - divenne uno dei primi tre maestri di sci di Cortina d'Ampezzo (1911).
A lui sono intitolate più di settanta vie sulle pareti delle Alpi mentre sono due le vette a ricordarlo nel nome: l'Aiguille Dibona in Francia ed il Campanile Dibona in val Popena (vicino a Misurina).
Cortina d'Ampezzo lo ricorda con una statua posizionata nella piazza principale.