una panoramica, divulgativa, sulla storia di questo strumento dalla storia antica
Ciaspole è un termine di origine trentina, e precisamente nònesa, ovvero della Val di Non, per indicare quelle che in italiano sarebbero dette "racchette da neve". Il nome è divenuto d'utilizzo comune a seguito del successo di una competizione, la Ciaspolada, che da quasi quarant'anni anima i morbidi rilievi della valle trentina.
Le racchette da neve però prendono altri nomi a seconda del luogo dove ci troviamo. Sono così dette "ciaspe" in Veneto ed alcuni angoli del Trentino, "ciastre" in Piemonte, "caspe" in alcune valli lombarde... Nelle zone ladine, poi, il nome cambia leggermente di valle in valle.
Le racchette da neve, poi, assumono nomi diversi anche nelle lingue straniere. In inglese e tedesco, le diciture "snowshoes" e "schneeshuhe" rimandano ad un concetto di "scarpa", ovvero "scarpe da neve". Curiosamente, in inglese, "snowshoes" è anche una particolare tipologia di gatto.
In spagnolo e francese, invece, si torna al concetto di "racchetta" con "raquetas de nieve" e "raquetes à neige".
Quale che sia il modo di chiamare le racchette da neve, come gli sci, sono uno strumento dalla storia molto antica che vive oggi una nuova giovinezza in chiave sportiva.
Le racchette da neve, infatti, erano usate già nel Medioevo come testimonia un esemplare esposto durante l'esposizione sulle vie di comuncazione nelle Alpi che si svolse presso Castel Roncolo (Bolzano) alcuni anni fa. Da un incastro di liste di legno ad un telaio di legno con corde intrecciate le ciaspole si sono evolute fino alla metà del Novecento, con il modello militare che consentiva di spostarsi in neve fresca su terreni prevalentemente pianeggianti. Non era altro che un telaio di legno incurvato, con un profilo che potrebbe ricordare la sagoma di un'arachide, al centro del quale si intrecciavano le corde. Lo scarpone si fissava con una fibbia.
Le racchette da neve, nel Nord America, erano a pieno titolo le protagoniste dell'inverno: guardate le cartoline statunitensi e canadesi nella gallery qui sopra!
L'obiettivo era sempre uno: non sprofondare nella neve.
Negli ultimi anni del Novecento, invece, l'evoluzione è stata rapidissima. I modelli si sono moltiplicati ed oggi le ciaspole migliori (in leghe metalliche e materiali plastici sofisticati) offrono anche la possibilità di muoversi su neve dura, senza necessità di doverle mettere e togliere o sostituirle con ramponi e ramponcini. Solo a fine anni Novanta la maggior parte dei modelli non aveva che "punte metalliche" per garantire una presa quantomai precaria su fondo duro o ripido. Oggi le ramponature laterali e centrali consentono di mordere i pendii. Sempre - ovviamente - avendo cura di valutare quando si rendono effettivamente necessari i ramponi.
Ad un'evoluzione storica si affianca anche una curiosa diversità geografica. Negli USA ed in Canada le ciaspole hanno una forma diversa, più affusolata, forse più adatta a lavorare su una neve che - per motivi climatici - rimane farinosa più a lungo. Anche oggi esistono tipologie di ciaspole che, adatte a lunghe traversate pianeggianti, non arrivano sui mercati europei. Qualcuno ha sperimentato ciaspole che diventano sci cortissimi per le discese.
Scorrere la gallery fotografica in testa a questo post vi consentirà un viaggio nello spazio e nel tempo, alla scoperta delle varie tipologie di racchette da neve, o ciaspole, che si sono susseguite.