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La croce di vetta si staglia nel cielo sereno
Emilia Romagna

Anello della Nuda

A cura di Dallo scarpone alle ciaspole! - da cui sono tratti testo e fotografie ed a cui si rimanda per eventuali dettagli ulteriori. Verificare con guide in loco la situazione dei tracciati e la loro eventuale pericolosità: attenzione alla neve non assestata ed alle giornate con visibilità incerta. Evitare di muoversi in assenza di totale sicurezza.
L'itinerario è un racconto da parte della nostra lettrice, non è stato provato o verificato da www.ciaspole.net



In numeri:
Lunghezza: circa dieci chilometri
Dislivello: 720 metri
Tempi: quasi quattro ore totali
Ascensione al Monte La Nuda: 1h10'

Il sentiero parte proprio davanti al parcheggio di Pian di Ivo ed è molto ben segnalato. Per un tratto si percorre lo stradello forestale in media pendenza: dopo circa quindici minuti si giunge al bivio dove, lasciato a sinistra il sentiero verso la sboccata dei Bagnadori, si procede a destra. Presto la pendenza si accentua in un maestoso bosco di faggi.
Dopo circa un'ora siamo usciti dal bosco e qui siamo rimasti stupefatti davanti al cielo, spazzato dai venti di bora, terso e colorato di un azzurro incredibile.
A contrastare, il bianco di crinali ammantati di una soffice neve, la Croce del Corno che sembrava protendersi all'infinito per fare da guida a tutte le vette.
Usciti dal bosco si percorre l'evidente cresta: in caso di nebbia e' assolutamente sconsigliabile effettuare il percorso in quanto in alcuni punti le pareti precipitano per centinaia di metri.
In circa venti minuti si raggiunge la cima della Nuda evidenziata sul palo della segnalaetica: qui ci siamo lungamente fermati.
Dalla cima del Nuda si e' percorso l'evidente tratto di crinale sospeso tra precipitanti pareti sulla sinistra e prati lambiti dai faggi contorti dall'azione dei venti sulla destra osservando le pareti del monte Gennaio e quelle del Corno con i Balzi dell'Ora.
Bellissimi panorami sulle valli del Silla, dell'Orsigna e dei Monti della Riva.
Giunti al passo del Vallone e lasciato il sentiero 129 che percorre i Balzi, si scende sulla destra, sulla conca glaciale del Corno. In breve giungiamo sul pianoro dove sulla sinistra si trova il sentiero per il passo della Porticciola e Alpe di Corneta. Costeggiamo il corso del torrente in un'affascinante viottolo di neve tutto a zig zag fino al rifugio del Cavone.
Dal rifugio del Cavone abbiamo percorso un breve tratto di strada in salita verso gli impianti e sulla destra abbiamo preso il sentiero 331 verso le cascate del Dardagna che in caso di forte innevamento non sono percorribili: il percorso è gradonato e privo di protezioni, potrebbe rivelarsi assai pericoloso.
Abbiamo proseguito in discesa lungo lo stradello forestale che dopo circa un'ora ci ha portato prima al Santuario della Madonna dell'Acero e poi al punto di partenza.

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