panoramico valico ai piedi del Pizzo Arera, in val Seriana
IN BREVE
Partenza: Babes (Valcanale di Ardesio), 1000 metri di quota, leggermente variabili a seconda dei punti di partenza descritti
Arrivo: passo Branchino, 1821 mslm
Tempo di percorrenza: in salita, 50' per il rifugio Alpe Corte (tel. 0346/35090), due ore per il passo Branchino. Si può evitare di passare per il rifugio Alpe Corte, accorciando di circa dieci minuti la percorrenza.
Difficoltà e pericoli: fino al rifugio Alpe Corte il pericolo può risiedere in tratti ghiacciati anche non immediatamente visibili, tra il rifugio e le baite di Neel itinerario sostanzialmente sicuro. Oltre e fino al passo, possibili scariche spontanee dai pendii più ripidi dopo recenti intense nevicate. Verificare la situazione con i gestori del rifugio Alpe Corte, aperto anche in inverno (informazioni sull'apertura e sui percorsi: 0346/35090).
Poco dopo Ardesio, sulla destra orografica del Serio si apre una profonda vallata solcata dal torrente Acqualina. Si prende rapidamente quota con una serie di tornanti e, dopo aver attraversato alcune contrade, si raggiunge Valcanale, principale nucleo abitato della valle. Poco oltre, in località Babes, si trovano alcuni parcheggi per i quali - inverno 2025 - è necessario acquistare un "gratta e sosta", in vendita nei bar della zona (5,00 euro al giorno per il 2025).
Si parte dunque da Babes, a poco più di mille metri di quota, dominati a sud dalle imponenti moli del pizzo Arera e della Cima del Fop: partire di buon mattino può regalare lo spettacolo dell'alba su queste pareti innevate! Si supera il laghetto di Valcanale (affiancato da un invitante spaccio di prodotti caseari locali) e si procede per qualche centinaio di metri su asfalto fino a dove la strada termina: qui si inizia a salire su un impegnativo tracciato forestale che alterna tratti sterrati a passaggi in cemento o acciottolato (segnavia 210).
In condizioni di scarso innevamento, purtroppo probabili data l'altitudine relativamente modesta, la principale insidia di questo tratto potrebbe essere il ghiaccio. Rigagnoli, ruscelli e torrenti, infatti, caratterizzano questo passaggio e quindi è facile incappare in qualche tratto ghiacciato. E' bene, quindi, non scordare di portare con sè i preziosi ramponcini.
Poco prima di raggiungere il rifugio Alpe Corte (a 1410 mslm) le pendenze, fin qui significative, lasciano spazio ad un tratto più facile: si può valutare se prendere direttamente il sentiero 218 per il lago, il rifugio ed il passo Branchino o passare, invece, dal rifugio Alpe Corte che è aperto anche in inverno (weekend e festività). Se si desidera pranzare all'interno è fondamentale prenotare perché il rifugio - così accessibile - è molto gettonato.
Passato il rifugio Alpe Corte si procede lungo il 220 fino a quando, poche decine di metri dopo il rifugio, si presenta un bivio: si prende la lieve discesa verso sinistra che porta a due facili guadi e poi alla baita Corte Bassa, un nuovo punto panoramico sulla mole del Pizzo Arera (1420 mslm).
Si attraversa la radura, si supera un nuovo facile guado (con cascatella accanto) e si inizia a salire con buona pendenza nel bosco di abeti. Ora si prende quota rapidamente, arrivando alle sparse baite di Neel (la più bassa è a 1559 metri di altitudine, la più alta, in estate, è adibita a spaccio di prodotti caseari). Questo alpeggio ha una storia interessante perché è stato oggetto di un intervento di recupero da parte di diversi enti locali: il bosco, infatti, stava per prendere il sopravvento sugli antichi pascoli ma si è deciso di mantenere la produttività di questa radura con interventi zootecnici volti a valorizzare essenze foraggere pregiate consentendo quindi una produzione casearia di nicchia ma qualitativamente elevata. Sulla radura domina il maestoso profilo del Corno Branchino, tozza elevazione che raggiunge i 2029 metri di altezza.
Dopo aver zigzagato lungo la radura innevata si ritorna a prendere quota con maggiore decisione, la vallata si restringe, le pareti del gruppo del Pizzo Arera, ad est, e del Corno Branchino, a ovest, si fanno sempre più incombenti. I tratti più ripidi consentono di raggiungere il rifugio Lago Branchino, d'inverno chiuso e spesso seminascosto dalla neve. Se la neve è abbondante e non assestata, è bene non abbandonare le tracce e tenersi lontani dalle pareti occidentali dalle quali, dopo recenti ed abbondanti nevicate, possono venire scariche spontanee.
Il rifugio Lago Branchino (chiuso) si può raggiungere ma la traccia verso il passo, al contrario, lo lascia 20-30 metri sulla destra, proseguendo invece alla base di un dosso e proseguendo verso sud. Un tratto pianeggiante costeggia il Lago Branchino (1784 mslm) ed anticipa l'ultimo breve strappo fino al passo Branchino (1821 mslm): il panorama è qui vasto verso sud ovest, spingendosi fino alle Alpi svizzere (Täschhorn e Dom) ed è caratterizzato verso sud da morbidi rilievi innevati.
Un quadretto davvero suggestivo per una ciaspolata impegnativa ma non proibitiva. In condizioni di neve assestata è davvero appagante ciaspolare a sud del passo Branchino, raggiungendo le due baite poste sulle tozze elevazioni davanti al passo Branchino. In meno di dieci minuti si scende dal passo e si risale il versante opposto per poi muoversi senza traccia obbligata alla ricerca di affacci sull'Alben e sulla cima di Menna, sul Pizzo e sul monte Vindiolo. Davvero paradisiaco!
La discesa avviene sulla traccia di salita con la possibilità, per i più esperti ed in condizioni di sicurezza, di disegnare divertenti tagli in neve fresca.
Poste le raccomandazioni e la descrizione precedenti, lo scorso 2 marzo 2025 abbiamo avuto modo di ciaspolare diversamente. Complice la qualità della neve, assestata a valle, attorno al rifugio Alpe Corte, e fresca (ma giusto uno spolverata) più a monte, abbiamo utilizzato i ramponcini fino a dove si ricongiungono le due vie di salita (quella che passa dal rifugio Alpe Corte e quella che lo evita).
Lì abbiamo calzato le ciaspole e siamo saliti senza seguire la traccia, dove salivano invece decine di escursionisti senza racchette da neve, orientandoci nello splendido scenario e cercando la linea di salita migliore.
Giunti al passo, la discesa e la risalita verso le collinette innevate sono state un valore aggiunto che ha reso la giornata sulla neve davvero indimenticabile.
In discesa, poi, ci siamo goduti le ciaspole arrivando al rifugio Alpe Corte in mezz'ora, galleggiando sulla neve che ormai - vista l'ora - si stava ammorbidendo parecchio.
Questo è possibile anche per chi non ha esperienza: è sufficiente affidarsi ad una guida alpina che sappia condurre l'escursione in sicurezza!
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E per quando la neve non c'è? Le vallate bergamasche si scoprono anche:
- pedalando sugli itinerari in bicicletta e mountain bike di www.cicloweb.net
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