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Verso Dorf, uno dei villaggi walser della valle d'Otro (scorri la gallery!)
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Follu e la sua chiesetta
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Follu e la vista verso nord
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Tracce tra Follu e Dorf
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Corno Bianco e vista verso sud
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Tra le case walser
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Tra le case walser
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A Weng, proprio ai piedi del Corno Bianco
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Sempre a Weng, ma guardando verso punta Strailing
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Dorf ed il Corno Bianco
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Il rifugio Zar Senni
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Dorf sotto la neve del marzo 2024
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Follu dopo le nevicate del marzo 2024
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Marzo 2024: una baita di Dorf sotto la neve
Piemonte

Val d'Otro

IN BREVE
Partenza: Alagna Valsesia (1175 mslm)
Arrivo: nei piccoli borghi della valle d'Otro: Follu (1664 mslm) dove si trova il rifugio Zar Senni aperto anche d'inverno pur se solo in determinati periodi (0163 922952), Dorf (1698 mslm), Scarpia (1726 mslm), Weng e/o Pianmisura (1782 mslm), villaggi walser posti tutti ad una quota compresa tra i 1650 ed i 1750 metri di quota
Difficoltà e pericoli: possibili scariche spontanee in particolare verso Weng dove la traccia passa per un ripido pendio. Sostanzialmente assenti prima, salvo situazioni eccezionali. Attenzione, eventualmente, a tratti ghiacciati nel bosco.
Con i bambini la ciaspolata può risultare impegnativa ma, essendo breve, si può provare a salire fino a Follu e Dorf, dove i più piccoli troveranno un ambiente fatato in cui giocare nella neve fresca e sognare un mondo che, nelle nostre Alpi, vive solo nei ricordi. Ed in tanti racconti, fiabe e cartoni animati!

Parte da Alagna Valsesia, una delle "capitali" del Monte Rosa, una ciaspolata tutto sommato facile ma capace di regalare grandi soddisfazioni panoramiche e, soprattutto, di immergere appieno nella cultura walser. Definiti anche come "il più nobile popolo delle Alpi", i walser erano popolazioni di stirpe germanica che valicarono lo spartiacque alpino per insediarsi in diverse località del versante meridionale della catena, in particolare nel Piemonte settentrionale ed in Valle d'Aosta. L'isolamento e le difficoltà oggettive che fronteggiarono crearono nel popolo walser una grande competenza tecnica ed interessanti forme di organizzazione sociale. Alagna conserva ancora diversi tratti della cultura walser nella parlata e, soprattutto, nell'edilizia: sono tantissime le abitazioni caratteristiche, dove spicca un affascinante connubio di legno e pietra.
Ma da dove venivano i walser? Premesso che tanti aspetti della loro migrazione non sono ancora stati chiariti, è invece noto che la loro provenienza, come suggerisce anche il nome stesso, è legata al territorio ora noto come Vallese (e dunque walser come contrazione di "walliser"), in Svizzera. La loro parlata è il Titsch, una variante del tedesco (deutsch) con cui, ovviamente, permangono molte similitudini (basti solo pensare alla parola "dorf" inteso come nucleo del villaggio): ogni area ha la sua variante, si parla dunque di titsch di Gressoney-Saint-Jean e La-Trinité, il töitschu di Issime e il titzschu di Alagna Valsesia e Rimella.  Si ipotizza che la migrazione dei Walser sia stata dovuta a diverse concause: un periodo climatico favorevole, una sovrappopolazione dei territori di partenza ed alcuni "incentivi", diremmo oggi, concessi dai signori dell'epoca.
Alagna e la vicina Riva Valdobbia - come la val Formazza, come alcuni paesi della valdostana valle del Lys, come Macugnaga - sono dunque uno scrigno prezioso che vale la pena conoscere.

La storia e la cultura walser non sono l'unico motivo di interesse storico-culturale di questa ciaspolata che andrà a sfiorare miniere di manganese (da non raggiungere d'inverno e da osservare solo dall'esterno nelle altre stagioni) la cui breve  storia risale ai primi del Novecento e si collega agli inizi dell'attività industriale della Fiat. E il Belvedere di Otro, per quanto distante dall'itinerario descritto, rimanda agli albori della rivoluzione sciistica di Alagna.

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Tornando alla ciaspolata si parte dal grande parcheggio a valle di Alagna e si percorre la strada principale (non il proseguimento della statale ma "via dei Walser") verso la chiesa passando per la pittoresca frazione di Reale. Giunti alla chiesa si prende, sulla sinistra, accanto ad una fontana, una stradina pedonale lastricata che corre verso sudest, dietro al paese in posizione leggermente sopraelevata e che consente di dare una nuova occhiata alle case di Alagna (indicazioni "Otro/im Olter tal"). Si passa accanto al piccolo oratorio di San Pantaleone e si prosegue in direzione del bosco.
La traccia, raggiunta una strada asfaltata da superare, lascia presto il posto ad un sentiero che, caratterizzato dal segnavia 203, prenderà quota senza sosta fino ai 1664 metri sul livello del mare del primo nucleo walser, Follu, il più particolare e fotografato vista la bianca chiesetta che lo annuncia.
Il sentiero è contraddistinto da diverse scalinate: se l'innevamento è discreto, non si percepiranno nemmeno i gradini. Diverso il discorso in caso di neve scarsa o molto battuta: in tal caso vale la pena lasciare le ciaspole nello zaino e salire con i ramponcini. Diversi i punti intermedi: il tornante detto "Specchio"; una piazzola, quasi a mezza via, con una fontanella; una cappella dedicata a Sant'Abramo ed i due bivi per le miniere di manganese (deviazione da non percorrere in inverno). Meglio salire con occhio attento per cogliere i punti in cui, in discesa, si potrà tagliare (magari tenendo su le ciaspole) perdendo quota molto rapidamente senza seguire l'andamento tortuoso del sentiero (se in sicurezza). E sempre l'occhio attento può notare alcuni pannelli in legno che richiamano la pista Camoscetto, memoria di un breve periodo in cui ad Otro si sciava e la cui storia ebbe un tragico epilogo (vedi le ultime righe della pagina).
Unico bivio proprio in corrispondenza di una fontana: non si seguono le indicazioni per Gender e Tailly ma si continua a seguire il 203, verso destra.
Raggiunto Follu sarà inevitabile rimanere incantati da uno scenario così affascinante sia per il panorama - spiccano il Corno Bianco e la punta Strailing - sia per l'opera dell'uomo che si inserisce con discrezione ed un sapiente utilizzo di materiali locali impreziosendo ulteriormente un ambiente unico. A Follu si trova anche un rifugio, Zar Senni, di cui è bene verificare il periodo di apertura.
Dopo Follu si può procedere verso Dorf e poi ancora oltre, verso Scarpia dove è necessario scegliere tra due direzioni: Weng e Pianmisura. E' ovviamente possibile anche raggiungere prima una e poi l'altra frazione. L'incanto è continuo e spostare in neve fresca consentire di disegnare tracce "personali" in completa autonomia alla ricerca di punti d'osservazione unici!
Attenzione al pendio alle porte di Weng: è ripido e, sebbene breve ed immerso nel bosco, è pericoloso in caso di neve fresca e non assestata.

Alla valle d'Otro è collegata la storia degli albori di Alagna come stazione sciistica. Una vicenda tragica, chiusa negli anni Settanta a seguito della rottura di un impianto di risalita che causò la morte di diverse persone. Nei decenni successivi l'industria sciistica si orientò verso il passo dei Salati ed il collegamento con Gressoney e la valle del Lys.
Clicca per leggere i dettagli di questa tragica storia (download PDF da www.alagna.it.

Clicca per aprire la mappa Kompass, da usare esclusivamente come riferimento. I percorsi invernali differiscono spesso da quelli estivi e vanno adattati alle condizioni oggettive (le mappe Kompass abitualmente indicano in azzurro la traccia invernale).

SUL WEB
E per quando la neve si scioglie.. su www.cicloweb.net trovi tante opportunità per camminare d'estate e pedalare tra sentieri, strade e piste ciclabili.
Qualche link per iniziare ad esplorare la montagna piemontese
- pedalate in val Sesia;
- informazioni sulla montagna piemontese;
- passeggiate ed escursioni in val Sesia

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