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Il libro della neve

Cosa accomuna Keplero e Frozen? L'accostamento è forse azzardato ma rende l'idea di quanto la neve possa superare i confini del tempo e dello spazio ed, infine, anche quelli della realtà diventando la protagonista virtuale di un film di animazione. Se nell'ultimo lavoro di Walt Disney la protagonista è condannata a trasformare in ghiaccio tutto quello che tocca (ed il film propone centinaia di immagini del cristallo di neve), lo scienziato tedesco Johannes Kepler, tradizionalmente conosciuto con la forma italianizzata Giovanni Keplero, fu il primo a soffermarsi - scientificamente - sul fiocco di neve.
Dal telescopio al microscopio, le ventiquattro pagine di "Strenna, o del fiocco di neve a sei angoli" (titolo originale in latino: "Strena seu de nive sexangula" rappresentano - quantomeno nella cultura occidentale - l'avvio dello studio della neve.
Al di là della scienza, la neve è senz'altro incontrastata protagonista della cultura popolare (quanti modi di dire e proverbi sono ad essa legati?) ma assume un ruolo di primo piano anche nell'arte, nella letteratura e, inevitabilmente più tardi, nella fotografia.
I pittori fiamminghi e gli Impressionisti sono gli artisti che più hanno legato le loro opere alla neve. Lo stesso Monet era attratto dai giochi di luci ed ombre prima ancora di legare il suo nome alla corrente impressionista. Dipinsero molto la neve anche Pissarro e Sisley che anzi trascorsero in campagna lunghi periodi per conoscere al meglio questo elemento. Ma anche all'altra estremità del globo, in Giappone, artisti come Utagawa Kuniyoshi o Utagawa Hiroshige avevano dedicato alla neve alcune delle loro opere più riuscite.
Per non parlare poi di chi, come Alfons Walde, pittore di Kitzbühel, deve alla neve la sua fortuna artistica e l'invenzione di uno stile.
Superfluo parlare della fotografia e di quanto la neve si ritagli un ruolo in essa.
Più intrigrante vedere la neve apparire anche nella letteratura, per esempio, nel capitolo intitolato proprio Neve nel romanzo La montagna magica, di Thomas Mann. Se nella letteratura russa la neve è quasi un dato di fatto, nell'opera dello scrittore tedesco la neve diviene protagonista e la sue descrizione di una bufera sono riconosciute come una delle pietre miliari del fenomeno in letteratura.

Tutto quanto sopra è Il libro della neve di Franco Brevini, docente all'Università di Bergamo, collaboratore de Il Corriere della Sera, studioso e scrittore. Il libro è edito da Il Mulino.
Quattrocentosessanta pagine che catturano l'attenzione, arricchite da 128 illustrazioni a colori.
Quattordici i capitoli:
- Dove sono le nevi di un tempo?
- Allegorie
- La neve della scienza
- Neve, lingue e popoli
- Effets de neige
- Il "crudo verno" e lo sdoganamento della neve
- Le nevi polari
- La guerra bianca
- La bufera
- La valanga
- Gli animali della nevi
- Svelte ali per volare sulla neve faticosa
- L'oro bianco
- Dall'inferno alle vette

Guarda il book trailer su YouTube (clicca) o visita la pagina dedicata sul sito de Il Mulino

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