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Nei pressi di Fodara Vdla

Ciaspolate a San Vigilio e San Martino

San Vigilio di Marebbe si estende a est della val Badia: a Longega (Zwischenwasser, in tedesco), il torrente Ru d'al Plan - che solca tutta la valle di San Vigilio - confluisce nel rio Gadera, il corso d'acqua principale della val Badia che - a sua volta - porterà le proprie acque nella Rienza, poco a valle di Brunico.

San Vigilio di Marebbe è una porta d'accesso al comprensorio sciistico del Plan de Corones (Kronplatz) e del Dolomiti Superski ma è anche una base d'appoggio privilegiata per almeno due ciaspolate da non perdere. Si tratta di due ciaspolate per certi versi... antitetiche, entrambe in partenza dalla località Pederù, a 1545 metri di altitudine. Si possono definire un po' come "lo yin e lo yang" delle ciaspolate perchè propongono caratteristiche appunto opposte ma percorrerle entrambe regala un'esperienza completa e totalizzante. Sono necessari, però, due giorni!

Dal Pederù (albergo-ristorante-rifugio con parcheggio a pagamento, 5 euro giornalieri nel febbraio 2025) si può salire verso i rifugi Fodara Vdla (chiuso in inverno), Sennes (aperto) e Munt da Sennes (chiuso in inverno) risalendo la ripida forestale di origine militare che prende quota verso est.
I primi momenti sono abbastanza noiosi e faticosi: ci vuole un'oretta per arrivare in vista dello spettacolare altopiano di Fodara Vdla (che significa "ovile vecchio" perchè tutte queste casette erano abitate dai pastori che, in estate, portavano qui le loro pecore), dominato dalla sagoma della Croda Rossa. Una visione incantevole. Da qui si può prendere un sentiero che porta al rifugio Sennes allontanandosi dalla più banale pista forestale.
Oltre il Sennes si può proseguire tra dossi innevati fino alla cima Picio (la croce che si vede sopra il rifugio, verso nord-ovest) o verso il rifugio Munt da Sennes.
Chi ha parecchia voglia di faticare può scendere verso il versante ampezzano e, raggiunto il pianoro di Cianpo de Cross, risalire lungo la linea del sentiero estivo 9 fino al Fodara Vdla. Per questo giro, però, servono diverse ore e molto allenamento.
I dettagli della ciaspolata al rifugio Sennes sono raccontati qui: www.ciaspole.net/itinerari1/altoadige/ciaspole-fodarasennes.htm
Ci siamo dimenticati dei panorami! Salendo si apre una bella vista sulla valle del Tamersc e sul Pizzo di Sant'Antoine, al Fodara Vdla è superbo l'impatto con la Croda Rossa mentre andando al Sennes il panorama abbraccia un'infinità di cime dalla Croda del Becco alla Croda Rossa, dal Cristallo al Pomagagnon. La vista è apertissima verso est! E se si sale dietro il rifugio Sennes si conquistano nuovi orizzonti verso ovest, con una vista privilegiata sul Sasso delle Nove ed il Sass de Putia.

Diversa la ciaspolata al rifugio Fanes. Posto che le ciaspole possono risultare superflue se la pista è battuta, la ciaspolata propone pendenze non troppo impegnative, un lungo pianoro centrale e una distanza non indifferente. In sostanza, non si fa troppa fatica, ma si ciaspola per tanto tempo. Giunti ai rifugi Fanes e Lavarella si viene accolti da un altopiano racchiuso dalle Dolomiti, un luogo magnifico e leggendario perché qui sono ambientate diverse vicende della saga del popolo dei Fanes. Per aprire un po' gli orizzonti sarebbe necessario salire un po', verso il passo ed il lago di Limo, verso il versante ampezzano.
Qui tutti i dettagli della ciaspolata ai rifugi Fanes e Lavarella: www.ciaspole.net/itinerari1/altoadige/ciaspole-fanes.htm

Yin e yang, quindi, perchè la salita al Sennes è molto ripida, nel suo primo tratto, ai piedi di pareti rocciose, nel bosco e poi tra i mughi, con un panorama che alla fine si apre tantissimo.
Meno difficoltosa, invece, la salita al rifugio Fanes, in campo aperto, senza troppi passaggi tra i boschi e con un finale dove il panorama non si apre ma è racchiuso da un magnifico altopiano dolomitico.

E San Martino? Posto lungo l'asse principale della val Badia, sulle rive del rio Gadera, questo paese condivide con San Vigilio di Marebbe la propria promozione turistica. 
Qui non ci sono (tanti) impianti ma solo la stazione di Piccolino. 
Ci sono, però, almeno due contesti dove dedicarsi alle ciaspole, all'escursionismo ed alla natura.

Uno è Longiarù, frazione che fa parte del novero dei "villaggi degli alpinisti", e che è base per almeno tre ciaspolate (clicca per aprire le varie descrizioni):
- la ciaspolata in valle di Antersasc;
- la ciaspolata all'Utia Ciampcios e volendo oltre, fino a Medalges ed allo spartiacque con la val di Funes;
- la ciaspolata all'Utia Vaciara.
Solo Utia Ciampcios è aperta in inverno.

L'altro è Antermoia con il vicino passo delle Erbe cui abbiamo dedicato questa pagina del sito: www.ciaspole.net/itinerari1/altoadige/ciaspole-passodelleerbe.htm

Quanto sopra, ovviamente, non esaurisce le possibilità per ciaspolare a San Vigilio di Marebbe e San Martino in Badia. Abbiamo già in mente qualche percorso: la salita al Monte Muro, ad esempio, dai dintorni del passo delle Erbe; lo stesso giro facile attorno al passo delle Erbe, un giro ad anello tra i rifugi Sennes e Biella. Oppure estensioni di gite già fatte in passato: arrivare a Medalges, ad esempio, senza fermarsi a Ciampcios, oppure raggiungere qualche valico oltre i rifugi Fanes e Lavarella. 

  26/02/2025

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