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Vallaccia, ciaspolata a Livigno

A Livigno esistono una serie di percorsi scialpinistici e per ciaspole "gestiti", ovvero presidiati e palinati in modo tale da consentire una percorrenza in condizioni di sicurezza e senza problemi di orientamento. Li abbiamo raccontati in questa pagina www.ciaspole.net/itinerari1/lombardia/ciaspole-livigno.htm
mentre qui, invece, abbiamo descritto la ciaspolata al Crap de la Parèwww.ciaspole.net/itinerari1/lombardia/ciaspole-crap.htm

Lo scorso 28 febbraio, invece, abbiamo voluto esplorare la Vallaccia, quell'ampio solco vallivo che si apre verso sud appena a valle di Trepalle, tra i passi d'Eira e Foscagno.

E' un territorio molto gettonato tra gli scialpinisti ma che va esplorato solo quando le condizioni della neve garantiscono la massima sicurezza ed il minimo pericolo. I pendii, infatti, sono abbastanza ripidi su entrambi i lati (a tratti molto ripidi) e pertanto i distacchi possono avvenire anche con debole sovraccarico.

Attenzione anche alla partenza: il piccolo parcheggio è posto proprio in uscita da una galleria pertanto è importante prestare la massima attenzione sia nell'attraversamento a piedi sia nell'uscita in auto dal parcheggio (meglio abbassare i finestrini e ... sentire se arriva qualcuno).

Partiti dal Pont dal Rez (appena fuori da una galleria artificiale), abbiamo puntato verso il Monte delle Mine risalendo le pendici occidentali della vallata. Dapprima abbiamo camminato sul fondovalle, costeggiando il torrente all'andata e ciaspolando in neve fresca al rientro, fino alle Case di Vallaccia.
Successivamente, abbiamo seguito alcune tracce che puntavano verso il nostro obiettivo, in direzione sud-ovest.
Per motivi di tempo non siamo riusciti a conquistare la meta e nemmeno l'obiettivo di "ripiego", che era arrivare sullo sparticque per ammirare la valle di Livigno e le vette che la chiudono ad ovest, ma nei novanta minuti di salita abbiamo comunque guadagnato una bella vista sulla Vallaccia affacciandoci sul monte Filone ed altre cime verso sud-est.

Particolarmente affascinanti, inoltre, alcune baite - isolate o raggruppate in piccoli nuclei - che raccontano il passato rurale di questo territorio. Sono due, in particolare, i nuclei rurali mentre ci sono poi diverse baite sparse.

Molto meno affascinanti i resti dei lavori di costruzione di una seggiovia, poi interrotti perché ritenuti non adeguati al contesto naturale.
Da ormai dieci anni si chiede invano che l'ambiente venga ripristinato allo stato precedente, senza esito. La Vallaccia è un sito di importanza comunitaria ed è tutelato da una zona di protezione speciale.

Ma perché Trepalle si chiama così?
In realtà il nome dovrebbe essere "tre pale" perché fa riferimento alle tre contrade che formavano il paese, quando qui si viveva di agricoltura e pastorizia, ed ai "tre pali" che delimitavano i rispettivi territori.
Fu visitato anche dallo scrittore Giovannino Guareschi che ne trasse ispirazione per un racconto sul paese di Trebilie (le "bilie", o "biglie", nel Nord Italia sono piccole palline di vetro o plastica).
Si tratta anche di uno dei posti più freddi d'Italia e delle Alpi: il record è una temperatura di 46 gradi sotto zero, raggiunta nel 1956.
Infine, è la parrocchia più alta d'Italia (la chiesa è posta a 2079 mslm) ed è il secondo centro stabilmente abitato più in quota d'Europa (e primo in Italia). In realtà, la competizione con la svizzera Juf (molto più piccola, con i suoi venticinque abitanti a 2126 metri di quota) è oggetto di discussioni perché Trepalle è un abitato "sparso" ed alcune sue contrade, come quella attorno al passo d'Eira, a 2172 metri di altitudine, si trovano ben più in alto del competitor elvetico!

  05/03/2025

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